Crediti d’imposta ricerca e sviluppo e incertezza applicativa

L’avv. Stefano Buonocore, unitamente al dott. Gianfilippo Cattelan dello Studio Nec che ha curato i profili tributari, ha ottenuto l’archiviazione del procedimento penale a carico di due amministratori di una società per azioni indagati per il reato di indebita compensazione di crediti di imposta (art. 10 quater d.lgs. 74/2000) relativamente ai crediti di imposta per ricerca e sviluppo (D.L. 145/2013). In contestazione era la possibilità di considerare innovativi i progetti di ricerca (del valore complessivo di 3 milioni di euro di spesa su tre anni di imposta) secondo i criteri previsti dalla legge.
La Procura della Repubblica e il Tribunale di Udine hanno accolto la tesi difensiva circa l’oscurità del testo normativo in materia, tale da ingenerare obiettive condizioni di incertezza applicativa, tenuto conto delle diverse e tra loro contraddittorie circolari dell’Agenzia delle Entrate in materia e delle recenti modifiche normative sul punto, riconoscendo la causa di non punibilità di cui all’art. 15 d.lgs. 74/2000, di rarissima applicazione.
Il provvedimento, destinato a esplicare effetti favorevoli anche in sede tributaria, costituisce una delle prime pronunce in materia di crediti di imposta ex D.L. 145/2013 a riconoscere la non punibilità del fatto.